Big Data: cosa sono e perché le PMI dovrebbero imparare a sfruttarli

Big Data: cosa sono e perché le PMI dovrebbero imparare a sfruttarli

Facciamo chiarezza: cosa sono i Big Data? E perché questi dati sono fondamentali per le PMI intenzionate ad emergere nel marasma della concorrenza?

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Nel momento in cui questo articolo viene scritto, il numero di persone su questo pianeta è pari a 7.625.636.412 anime. Cifra in costante ascesa. Se proviamo ad immaginare la mole di informazioni (e quindi dati), che ognuna di queste persone produce quotidianamente, possiamo iniziare a farci un’idea del significato di Big Data. Con l’avvento del nuovo Millennio, l’analista Doug Laney è riuscito a formulare una più completa definizione di Big Data, partendo dal modello delle “3V” (fonte Wikipedia), che comprende:

  • Volume: si riferisce alla quantità di dati (strutturati, non strutturati) generati ogni secondo. Tali dati sono generati da sorgenti eterogenee quali: sensori, log, eventi, email, social media e database tradizionali.
  • Varietà: si riferisce alla differente tipologia dei dati che vengono generati, collezionati ed utilizzati. Prima dell’epoca dei BigData si tendeva a prendere in considerazione per le analisi principalmente dati strutturati e la loro manipolazione veniva eseguita mediante uso di database relazionali. Per avere analisi più accurate e più profonde, oggi è necessario prendere in considerazione anche dati non strutturati (ad esempio i file di testo generati dalle macchine industriali) e semi strutturati (ad esempio un atto notarile con frasi fisse e frasi variabili) oltre che quelli strutturati (ad esempio una tabella di un database).
  • Velocità: si riferisce alla velocità con cui i nuovi dati vengono generati. Non solo la velocità come speed of generation, ma anche la necessità che questi dati/informazioni arrivino real time al fine di effettuare analisi su di essi.

E’ facile dunque associare questa continua produzione di dati al mondo web: dai social network ai siti internet, passando per l’utilizzo di applicazioni mobile e molto altro. Questa tipologia di dati, assieme a quelli tradizionali (database), vengono gestiti troppo spesso dalle aziende che li ricevono in maniera superficiale, non sfruttandone le potenzialità.

Big Data e PMI: come sfruttare i dati

Le piccole-media imprese, si ritrovano quotidianamente a battagliare per emergere nel marasma della concorrenza. Molte di queste realtà, per anni hanno accumulato dati sui propri clienti senza classificarli e conservarli nella maniera più opportuna, lasciandosi sfuggire l’opportunità di trasformare questi dati in informazioni di valore.

Chi, diversamente, ha saputo cogliere al volo l’occasione, è riuscito attraverso l’analisi di queste ingenti quantità di dati ad abbattere i costi della propria azienda, trovare nuove vie per aumentare i profitti, anticipare i potenziali problemi interni che, in molti dei casi, significa risolvere i problemi dei propri clienti ancor prima che questi si verifichino.

Per fare tutto ciò, queste aziende lungimiranti si sono affidate a dei software capaci di immagazzinare questi dati, strutturati e non strutturati, facendo di essi informazioni preziosissime. Questi software prendono il nome di CRM, Customer Relationship Management, e permettono alle realtà che ne sfruttano gli strumenti al meglio di convertire quei dati senza valore in vere e proprie risorse integrabili nelle strategie di marketing. Con un CRM, l’azienda si prenderà cura dei propri clienti grazie ad analisi predittive che fanno la differenza nel confronto con la concorrenza.

“La gestione del marketing è l’arte e la scienza di scegliere i mercati obiettivo e di conquistare, mantenere e aumentare il numero dei clienti con la creazione, la presentazione e l’erogazione di un valore superiore per il cliente” Philip Kotler

 

Fare questo oggigiorno, significa adottare un CRM nelle proprie strategie di marketing. Per saperne di più a proposito di Customer Relationship Management e Business Intelligence, contatta B2Solutions senza impegno.

 

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